Segreti d’Egitto
Per migliaia di anni le piramidi hanno custodito segreti e misteri che nessuno è stato in grado di svelare. Solamente individui dalle capacità e dall’ingegno eccezionali possono sperare di scoprire cosa nascondono. Siete pronti ad accettare la sfida?
*Il pagamento è alle casse direttamente al locale
Grado di difficoltà: 4 / 5
Minimo 2 partecipanti.
Massimo 8 partecipanti. Minimo 2 over 14.
Sinossi
“Crediamo di comprendere ogni frammento della storia, di avere la conoscenza totale di ciò che è accaduto nell’antichità. Ma la verità è che brancoliamo nel buio e ci sono misteri che non siamo ancora in grado di spiegare”. Sono le ultime parole del vostro mentore scomparso, seguendo le sue tracce avete raggiunto lo scavo di una misteriosa tomba egizia. Tuttavia, una volta all’interno, l’apertura dalla quale siete entrati si è richiusa alle vostre spalle.
SEGRETI D’EGITTO
INTRODUZIONE
Siete un gruppo di archeologi e studiosi che si è riunito per ritrovare il vostro vecchio amico e mentore scomparso: il Professor Wilson. Gli unici indizi che possedete sono le sue strampalate teorie sulle piramidi egizie e una lettera che vi ha inviato prima di
scomparire nel nulla in cui vi diceva che avrebbe fatto visita alla biblioteca del Cairo. Vi siete messi sulle sue tracce attraverso il deserto del Sahara, guidati solo da alcuni locali e una mappa del cielo stellato. Ma alla fine ce l’avete fatta, avete trovato lo scavo che cercavate, ma del professore e degli uomini della sua spedizione nessuna traccia. Presi dalla foga di risolvere il mistero e ignorando gli avvertimenti della vostra guida vi siete addentrati all’interno dei tetri scavi e quasi immediatamente l’ingresso alle vostre spalle è crollato sgillando per sempre l’unica via di fuga. Non vi resta che avanzare all’interno dell’antica e misteriosa costruzione in cerca di un’altra uscita e magari del perduto professore.
SEGRETI D’EGITTO
BACKGROUND
La polvere dei vecchi tomi galleggiava pigramente nell’aria, divenendo dorata sotto il fascio di luce delle vecchie lampade che illuminavano fiocamente la biblioteca del Cairo. Il frusciare dei libri e il sussurro concitato del gruppo di archeologi lì presente erano gli unici rumori che rompevano il silenzio. Erano tutti allievi del Professor Wilson, il loro mentore che fin dai tempi della Boston University, li aveva guidati negli studi sull’Antico Egitto e sulle misteriose costruzioni che da sempre e in ogni epoca non finivano mai di affascinare chiunque vi si approcciasse, dallo studioso al semplice turista. In molti consideravano il Professor Wilson un eccentrico e spesso le sue teorie sull’Egitto erano considerate troppo ardite dagli altri eminenti membri della Archeological Society di cui lo stesso Wilson faceva parte. Tuttavia i suoi allievi, con tempo divenuti assistenti e collaboratori del vecchio professore, ritenevano che le sue teorie potessero avere un fondo di verità. Non era però un incontro accademico quello che stava ora avendo luogo nella Biblioteca. Gli archeologi non avevano notizie dal professore da diversi mesi, l’unica cosa di cui erano a conoscenza era che il loro mentore era andato in Egitto per provare finalmente che le sue azzardate teorie erano vere o così era quanto gli era stato detto nell’ultima lettera che Wilson aveva inviato loro. Dopo alcuni mesi di inusuale silenzio però, i ricercatori avevano iniziato a preoccuparsi, al punto di prendere la decisione di seguire le tracce del loro mentore. Tracce che li avevano condotti fino alla biblioteca del Cairo. Erano ormai un paio di giorni che esaminavano i libri, i papiri e i documenti che – presumibilmente – stando al registro della biblioteca, il professore aveva consultato. Non avevano trovato nulla e le speranze si affievolivano.
Ad un tratto però, il silenzio carico di preoccupazione e di ansia venne interrotto da un tonfo sul tavolo di consultazione. Uno di loro, con un lampo di esultazione nello sguardo, aveva posto davanti agli altri una pila di ammuffiti papiri. “Questa volta ci siamo!” esclamò finalmente, davanti agli occhi interrogativi degli altri, per poi proseguire: “Se confrontate questi geroglifici con gli appunti del professore, noterete che ci sono diverse similitudini. Deve averli consultati anche lui per essere arrivato alle sue conclusioni.” Tutti incuriositi studiarono attentamente i papiri. Finalmente uno di loro commentò: “Non è possibile tutto questo. Nell’Antico Regno non avevano gli strumenti e la conoscenza per costruire le tombe in questo modo.”
Un altro ricercatore replicò: “Non è questo il punto. Il problema non è relativo alla datazione o alla tipologia di architettura ma è palese che lo scopo di questa costruzione non fosse davvero quello di una tomba, a mio avviso.” Erano tutti sbalorditi, finché uno di loro non ruppe il silenzio: “Questo implica che il Professor
Wilson ha ragione su tutta la linea.” Seguì un fitto conciliabolo in cui gli archeologi studiarono con attenzione tutto per giungere infine alla conclusione che per ritrovare la tomba – o presunta tale – l’unico modo era quello di ricavare le coordinate dalla posizione delle stelle, come apparivano intorno al 2100 A.C.
“Il professore potrebbe trovarsi lì?” “C’è solo un modo per scoprirlo.” Gli archeologi si fissarono gli uni con gli altri, scambiandosi sguardi consapevoli. Raccolsero le loro cose e uscirono dalla biblioteca con fare spedito. La spedizione viaggiava ormai da diversi giorni nel cuore del deserto. Vi erano state molte difficoltà a mettere insieme il necessario per poter partire in poco tempo, ma alla fine erano riusciti a trovare una guida beduina e dei cammelli per poter affrontare le mortali dune del
Sahara. Pur seguendo le indicazioni della mappa, iniziarono a dubitare della correttezza dei loro calcoli. Sembravano girare a vuoto e le calde giornate, seguite da gelide nottate non aiutavano certo a innalzare l’umore del gruppo. Quando la speranza di trovare qualche traccia sembrava che li stesse abbandonando, scorsero in distanza, nei pressi di un’oasi, quello che dapprima sembrava un puntino, poi
avvicinandosi capirono che si trattava di un piccolo accampamento composto da una tenda e poco altro. Dopo una rapida esplorazione, compresero che il luogo era stato abbandonato ma almeno ebbero la certezza che si trattava dell’accampamento del loro mentore. Ma che fine aveva fatto lui?
Poco distante videro quello che a tutti gli effetti erano uno scavo: alcune impalcature di legno improvvisate sostenevano un’apertura che si affacciava nel buio e nel silenzio. Il beduino che li aveva guidati nel deserto fino ad allora, fissò quella voragine immota con occhi sgranati per poi gridare in un arabo strettissimo e quasi incomprensibile per gli altri del gruppo qualcosa che suonava come: “Questo luogo è maledetto. Fuggite, c’è solo dolore”. Ritraendosi spaventato e senza neanche dare agli altri il tempo di capire che cosa stesse succedendo, salì su uno dei cammelli per poi scomparire nel deserto. Gli archeologi, per quanto intimoriti, non si sarebbero certo scoraggiati per le superstizioni dei locali. Erano uomini di scienza loro e pertanto decisero di inoltrarsi nel freddo e oscuro passaggio dello scavo. Dopo qualche ovattato passo nell’oscurità, un improvviso rumore di rocce e di terra che collassavano su loro stesse. Tutti si girarono di scatto, ma solo oscurità alle spalle, il passaggio da cui erano entrati non c’era più, solamente un cumulo di terra,
rocce e sabbia al suo posto. Non potevano più tornare sui loro passi, non restava loro altro che esplorare la tomba perduta, nella speranza di poter uscire.
SEGRETI D’EGITTO
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La room Segreti d’Egitto è adatta a chi piace il mondo dell’egittologia con tutti i suoi rompicapi.