Death Game

Le regole sono semplici: superate tutte le prove e diventerete ricchi, sbagliate e farete una brutta fine. È ora di scegliere se tornare a farvi inseguire dai creditori o se volete cogliere la vostra ultima occasione e tentare la sorte al Death Game.

DISPONIBILE FINO AL 18 FEBBRAIO

*Il pagamento è alle casse direttamente al locale

Grado di difficoltà: 3 / 5

Minimo 2 partecipanti.

Massimo 8 partecipanti. Minimo 1 over 14.

Sinossi

Avete perso tutto e siete indebitati fino al collo, ormai non avete neanche un posto
al quale tornare. Noi possiamo offrirvi una seconda possibilità: il Death Game. Tutto quello
che dovete fare è partecipare a delle prove basate sui giochi della vostra infanzia. La
squadra vincitrice sarà ricoperta di denaro, quella dei perdenti non uscirà viva da questo
posto. Un’opportunità del genere non capita tutti i giorni, è la vostra ultima occasione per
riprendere in mano la vostra esistenza. Non vi resta che tentare fino alla morte, perché
uscire da perdenti ormai non è più un’opzione.

DEATH GAME

INTRODUZIONE

È giunto il momento di scegliere il vostro destino, è un’occasione che non capita spesso nella vita. Se siete qui è perché avete perso tutto, vi siete indebitati fino al
collo e non avete nemmeno un posto in cui tornare. Noi possiamo offrirvi una seconda possibilità, ma siate consapevoli che se decidete di partecipare al Death Game dovete restare fino alla fine, tentare fino alla morte. Dal Death Game non si può uscire da perdenti, se non siete i vincitori quello che avete appena perso è la vostra vita. Ma nel caso in cui riusciste a vincere, allora riceverete così tanto denaro che non avrete mai più una singola preoccupazione per il resto della vostra vita. In cosa consiste davvero il Death Game? Niente di più semplice: voi e la vostra squadra parteciperete ad alcune gare che vi metteranno in contrapposizione con altre squadre rivali, il tema di queste prove sono i giochi della vostra infanzia. Allora, è tutto chiaro? Siete pronti a gettare la vostra vita nel Death Game?

Death Game Escape Room
DEATH GAME

BACKGROUND

Net in the Death Game Escape Room
Death Game Escape Room Calusco d'Adda

Attraverso lo spiraglio della porta accostata del suo ufficio l’uomo poteva udire Il brusio delle voci e il tintinnio dei calici che sbattevano l’uno con l’altro dopo l’ennesimo brindisi, un chiaro indizio che il party era tutt’altro che concluso. Egli alzò lo sguardo dal libro pieno di ritagli di giornale e lo chiuse con cura, per poi riporlo nel cassetto della scrivania. Dopo qualche istante di esitazione decise che era giunto il momento di ritornare dai suoi ospiti, ma prima di chiudersi la porta alle spalle lanciò un ultimo sguardo in direzione dell’ufficio che si stava lasciando alle spalle ed esattamente come si aspettava, seduta sulla sedia dove fino a pochi istanti si trovava lui, vi era una donna dallo sguardo stravolto, ricoperta di sangue rappreso e vestita solo di abiti logori. L’uomo non mostrò alcun segno di stupore o di spavento, semplicemente emise un sospiro e chiuse la porta. Si aggirava tra gli ospiti sfoggiando un sorriso di circostanza, sorridendo in maniera ipocrita a tutta quella bellezza, allo sfoggio di ricchezza e all’ostentazione di opulenza e successo. Questo non era davvero il suo mondo, c’era stato un periodo non troppo remoto in cui ogni
giorno doveva lottare per assicurarsi di poter mettere del cibo sotto i denti. Per quanto si stesse sforzando di non darlo a vedere, i suoi ospiti lo disgustavano. Ingollò il contenuto di un calice prelevato dal vassoio del primo cameriere che gli passò accanto e si scusò con l’uomo d’affari e la modella che gli stavano dicendo quanto apprezzavano gli eventi organizzati da lui. Si diresse a grandi passi oltre la vetrata che dava sullo spiazzo principale dell’ampio giardino. Nel tentativo di riprendersi si era soffermato a guardare i segni dell’invecchiamento sul suo volto riflesso nella superficie della piscina. D’un tratto l’acqua si increspò e al posto dell’uomo il volto rigato dalle lacrime di un anziano che affondava nelle profondità urlando e tendendo la mano in cerca di aiuto. Seguì la traiettoria dell’anziano senza essere in grado di distogliere lo sguardo, fino a quando la figura non divenne che un puntino e poi scomparve definitivamente nell’oscurità. Dunque si sdraio a bordo piscina e si accese una sigaretta, la fumò in silenzio, osservando la luna da quella posizione inconsueta. La sua attenzione venne attirata dal rumore di qualcosa che rompeva la superficie dell’acqua. La donna con il vestito porpora era seduta vicino a lui, con le gambe immerse fino al polpaccio nell’acqua fredda. Fu lei la prima a rompere il silenzio: “Conosco quello sguardo”, lui le rispose in tono di sfida “Ne dubito fortemente” ma lei lo guardò sorridendo “Non avrà pensato che ci saremmo fidati della sua parola e della sua riservatezza, la osserviamo da quando ha vinto il gioco”. Lui trasalì, non aveva mai visto in volto nessuno degli organizzatori e non si aspettava di trovarsi a parlare con qualcuno che aveva a che fare con il Death Game, ma lei non attese la sua risposta e lo incalzò “conosco bene quello sguardo, è lo sguardo di qualcuno che non può dimenticare… di qualcuno che prima o poi
avrà bisogno di levarsi quel peso dalla coscienza” a quel punto l’uomo sbottò, prese la donna per una spalla e le disse “Vaffanculo a voi e al vostro Death Game di merda, quello non era un gioco ma un massacro” lei rispose senza far trapelare la minima preoccupazione “Massacro a cui lei ha accettato di prendere parte, e con ottimi risultati direi. Tutti i partecipanti erano consapevoli di quello a cui andavano incontro, non vedo come la sua responsabilità sia differente dalla nostra”. Lasciò la presa come se a seguito di quella affermazione il corpo di lei fosse diventato incandescente al tatto, poi rispose “è così infatti, le mie mani sono sporche di sangue quanto le vostre”, abbassò lo sguardo e tornò a fissare l’acqua. Dopo qualche istante di silenzio lei riprese “Capirà che non possiamo rischiare che lei ceda alla necessità di parlare di quello che è successo, del resto sappiamo entrambi che non riuscirà mai a superare il senso di colpa e a godere di quanto ha guadagnato” la donna sorrise nella direzione di lui, estrasse una pistola dalla borsetta e la lasciò a terra sul bordo della piscina, l’ultima cosa che disse fù “Con permesso” e poi si alzò e si mosse in direzione della casa e del party. All’interno gli ospiti si stavano divertendo, bevendo e parlando. La festa era un vero successo. La donna si spostò verso l’ingresso dove il guardarobiere le porse la sua giacca, diede solo un ultimo sguardo alla folla impegnata a festeggiare prima di uscire dalla casa e chiudersi la porta alle spalle. L’ultima cosa che sentì sovrastare lo scalpiccio dei suoi tacchi sul curato vialetto d’ingresso fu l’esplosione di un colpo di arma da fuoco.


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RECENSIONI

QUELLI CHE L’HANNO PROVATA

Alcuni commenti di chi ha già provato l’escape room Death Game

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